La Chiesa

Il nostro matrimonio si celebrerà nella Pieve di S. Stefano in Campoli (indirizzo).

La Pieve di Santo Stefano in Campoli è situata su una collina tra le valli della Greve e della Pesa nel comune di San Casciano in Val di Pesa. Dedicata a S. Stefano, è una delle più antiche pievi della Diocesi Fiorentina.

Prende il nome dal Campo, su sui fu edificata, detto Campoli, probabilmente per contrazione di Campus Populi o Campus Pauli.

Documentata per la prima volta nel 903, la Pieve consisteva originariamente in una basilica a tre navate coperte a capriate e dotata di altrettante absidi semicircolari, come nelle pievi più antiche della diocesi. Nel corso del ‘700 vennero poi apportati radicali cambiamenti all’edificio originario con la ridefinizione barocca dell’interno e l’aggiunta del portico. Le strutture romaniche ancora visibili sono limitate alla parte superiore della facciata, spartita da lesene culminanti in cinque archi ciechi, alle fiancate laterali, all’absidiola destra e alla torre campanaria.

Vi tenevano casa i vescovi di Firenze, dove solevano talvolta alloggiare i Legati imperiali e marchesi di Toscana, mentre percorrevano la provincia.

Ha avuto tra i suoi pievani Giulio de’ Medici, colui che sarebbe diventato Papa Clemente VII. Fu inoltre pievano di questa chiesa Candido Del Buono scolaro di Galileo e fisico distinto, il quale in una sua lettera del 2 ottobre 1662 scriveva da Roma al cardinale Leopoldo de’ Medici fondatore dell’Accademia del Cimento le seguenti parole: “Mercoledì sera comparve qui il Montelatici per rinunziarmi la sua pieve di S. Stefano a Campoli, e dice perciò averne io ottenuto il benefizio da V. A., onde io le ne rendo umilissime e devotissime grazie”. Infatti il Del Buono vi fu pievano fino al 1676, anno della sua morte.

All’interno la Pieve conserva una grande tavola, capolavoro del Bugiardini, allievo di Michelangelo, raffigurante la Vergine, San Giovanni Evangelista ed altri santi. Da ammirare anche una piccola tavola su sfondo oro con la Vergine, il Bambino e San Giovannino, di scuola fiorentina del XVI secolo e il pulpito in legno del XVI secolo.

Storia

La Pieve appare per la prima volta nel 903 in un atto di vendita di beni tra il diacono Stefano e l’Abbazia di PassignanoL’interesse dell’Abbazia di Passignano fu costante come provano vari documenti risalenti al X e all’XI secolo. La chiesa fu un possesso diretto dei vescovi fiorentini che qui avevano una Signoria di carattere feudale.

Nonostante la notevole ricchezza, pagava ben 50 lire annue per la decima, la pieve non aveva autonomia mentre il pievano aveva la funzione di raccogliere la gabella. Il vescovo aveva diritto di nomina sia del pievano sia dei canonici (situazione che non si verificava in altre pievi). Nel 1260 il popolo della pieve si impegna a pagare una tassa di 8 staia di grano per il mantenimento dell’esercito fiorentino. Dagli elenchi delle decime si nota che il territorio sottoposto alla pieve era composto da ben 17 popoli e geograficamente abbracciava un ampio territorio posto tra Petroio (comune di Tavarnelle Val di Pesa), Ligliano, Bibbione e Monte Macerata nel comune di San Casciano. Nel 1299 il capitolo dei canonici si ribellò al vescovo e nominò autonomamente il proprio capo nella persona di Talano della Tosa. Per ritorsione il vescovo, unicus dominus et patronus, scomunicò il della Tosa.

A conferma dell’importanza assunta dalla pieve sul territorio, in varie occasioni i suoi pievani furono destinatari di bolle papali, come successe nel 1228, e in altri casi vennero scelti per compiti importanti. Teglaro nel 1276 venne nominato sottocollettore per la diocesi di Fiesole, Ruggeri nel 1282 venne nominato canonico della Cattedrale fiorentina; nel 1301 Stefano venne nominato canonico della cattedrale e vicario del vescovo di Fiesole e infine Cerretano dè Cerretani nel 1365 venne nominato auditore del Sacro palazzo apostolico e Vescovo di Cosenza.

Nel 1751 venne costruito l’oratorio della Compagnia. Di questi lavori è rimasta testimonianza da una lapide posta sulla facciata interna dove è ricordato che il pievano Ludovico Leoni nel 1760 donò alla chiesa una nuova veste in quanto l’edificio si presentava in maniera vetustam at iniuria temporis obsoletam.

Nel 1784 venne aggiunto il portico in facciata. A seguito dei danni subiti nel terremoto del 1895 la chiesa venne nuovamente restaurata. Nel 1898 fu ricostruito l’edificio della canonica mentre nel 1903 la chiesa venne stonacata. Altri restauri vennero svolti negli anni ottanta del XX secolo.

 Architettura

La chiesa in origine era strutturata come una basilica a tre navate coperte a tetto ed era dotata di tre absidi semicircolari.

 Esterno

La facciata originaria è nascosta da un portico. È caratterizzata da lesene che finiscono in un pronunciato coronamento della cuspide, a cinque archi ciechi poggianti su mensole concave. In corrispondenza delle navate laterali si notano due portalini (tamponati) centinati con ghiere a listello sormontati da semplici occhi, situazione che si ritrova anche nelle pievi di Sant’Appiano e di San Pietro in Bossolo.

Sui fianchi della chiesa, cui si appoggiano gli altri edifici del complesso, si aprivano le monofore del claristorio che in seguito sono state sostituite da della finestre rettangolari.

La tribuna venne privata dell’abside centrale che venne sostituita con una scarsella rettilinea. È ancora presente la piccola abside di destra che presenta ancora la copertura originale in pietra e in cui si apriva una monofora a doppio strombo. Sull’abside di sinistra si erge la torre campanaria costituita da bozze disposte a filaretto e coronata da una merlatura eseguita nel XIX secolo.

 Interno

L’interno venne rialzato e ridefinito nel XVIII secolo in stile barocco. Presenta ancora l’organizzazione spaziale originaria costituita da tre navate di sei campate ciascuna divise da dei pilastri rettangolari.

In un altare posto nella navata destra è posta una tavola di Giuliano Bugiardini raffigurante la Madonna col Bambino e Santi. All’altare maggiore è posto un Crocifisso cinquecentesco e ad un pilastro è fissata una tavola di scuola fiorentina del XV secolo raffigurante Madonna col Bambino e San Giovannino.